Si è aperto, nella sala di Palazzo D’Amico il nuovo anno sociale con la conferenza tenuta dalla professoressa Paola Radici Colace:
Orfeo ed Euridice la perdita, l’assenza e il lutto. Percorsi nella musica e nella pittura dell’Europa moderna e contemporanea.
L’evento, realizzato in collaborazione con l’Assessorato dei beni culturali di Milazzo, ha visto la partecipazione degli alunni del Liceo G.B. Impallomeni coordinati dalle professoresse Gina Campagna e Maria Miceli, che hanno impersonato Orfeo con la lira e
Euridice, di numerosi docenti e di un folto pubblico appassionato, tra cui il gruppo dei componenti “il Cenacolo culturale Hortus Animae” di Messina.
Il presidente, prof Massimo Raffa, dopo aver ringraziato l’assessore ai beni culturali Salvo Presti per il contributo dato, ha espresso il piacere di aver dato inizio al nuovo anno sociale con la prof.ssa Paola Colace, formatrice di insegnanti di diverse generazioni, esperta di filologia classica, grande promotrice di eventi culturali, con un Mito fondante per la cultura occidentale, quello di Orfeo ed Euridice.
Un mito che la prof.ssa Paola Colace dice: rielaborato da Euripide a Platone, da Virgilio, Ovidio e Poliziano, ha ispirato sin dal 1600 musicisti come Claudio Monteverdi, pittori come Jean Restout, scultori come Auguste Rodin e il cantautore Roberto Vecchioni ai nostri giorni.
Un mito, che segna la nascita della lirica perché Orfeo con la sua lira incarna la musica, quella musica che sa piegare gli elementi della natura e le stesse anime dei morti; un mito che contiene il mistero dell’amore e della vita con i limiti di entrambi. pare.
Orfeo riesce a commuovere il re dell’Ade e a portar via la sua sposa Euridice, morta dopo essere stata morsa da un serpente, ma non gli è concesso di guardarla se non fuori dal regno dei morti. Orfeo stesso però, incredulo del ritorno in vita della sua Euridice, non resiste alla tentazione di voltarsi a guardarla ed Euridice scompare
È il mito stesso a dichiarare l’ineluttabilità della morte e, aggiunge la professoressa Colace, ad anticipare quella cultura occidentale che trova nella morte un’essenza diversa di vita. L’impossibilità del ritorno in vita, ma anche l’elaborazione del dolore sono presenti nel mito, propedeutici alla nostra formazione.
Affascinante e puntuale l’intervento del professor Massimo Raffa, esperto musicologo, che coglie il limite tra razionalità e irrazionalità e accosta il mito di Orfeo, a quello, successivo, di Ulisse che non si piegò al canto delle Sirene, canto dell’imbroglio della ragione.
La serata ha visto la partecipazione dei componenti del Cenacolo culturale Hortus Animae e fra loro la poetessa Mariagrazia Genovese che ha letto una vibrante poesia dedicata al mito, dove Orfeo viene privato della sua lira e perde così la vista…
Integra e completa il significato e l’importanza del mito l’intervento della professoressa Chiara Muscianisi che evidenzia, come la lirica greca scaturisca dalla fusione di musica e parola.
Ancora Nino Pracanica interviene con una testimonianza\inno all’amore che lo ha salvato dalle brutture della vita.
La serata ha visto la partecipazione del poeta Antonio Cattino e della poetessa Maria Privitera.
Gli alunni del Liceo Impallomeni hanno infine omaggiato il numeroso pubblico di dolci realizzati da loro stessi estendendo l’invito per la loro Notte del Liceo classico, prevista per il prossimo mese di gennaio.
Rita Chillemi